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Cosa fare per essere cremati

In primis c’è bisogno della volontà scritta del defunto di essere cremato: essa va manifestata tramite testamento scritto di suo pugno oppure redatto davanti a un notaio (pratica obbligatoria per chi desidera che le ceneri, successivamente, vengano disperse). Altro requisito è quello riguardante l’iscrizione a una associazione per la cremazione legalmente riconosciuta: ce ne sono diverse (è possibile segnalare, tra le altre, I.DI.CEN – ICREM) e permettono di mantenere un’anagrafica di tutti coloro che hanno optato per questa scelta.

I requisiti appena elencati sono fondamentali per poter essere ammessi al processo di cremazione; in alternativa, qualora uno dei 2 punti venisse meno, secondo le disposizioni del Codice Civile spetta al coniuge (o, in mancanza di esso, ai figli o ai parenti più prossimi) affermare la volontà del defunto di essere cremato; successivamente, il parente compilerà un documento con tanto di autorizzazione. La dichiarazione dovrà essere presentata dal 50+1% degli aventi diritto qualora il coniuge non sia più in vita. Nel caso in cui la cremazione riguardi un minore, la volontà va espressa dai genitori o da chi esercita la potestà su di essi. Disposizioni particolari anche per i portatori di pacemaker: in questo caso, l’apparecchio va rimosso.

Nel caso in cui la cremazione riguardi un cittadino straniero, senza i parenti servirà una dichiarazione del rappresentante diplomatico o consolare dello Stato a cui appartiene il defunto. Il nulla osta della Procura della Repubblica è essenziale solo in caso di morte improvvisa, sospetta o violenta.

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